Questo
post è dedicato a Silvia perché so che conosce questo luogo
Questo
post è dedicato a tutte le donne e gli uomini che sono stati mamme e papà di
bimbi andati via sul più bello, quando avevano solo un anno, un mese, o un
giorno; mamme e papà di bimbi morti nei giorni in cui avrebbero dovuto nascere,
mamme e papà che si sentono tali anche se i loro bimbi non sono mai nati.
Questo
post è dedicato a loro,
ai bimbi,
ed è pieno di colore perché i bimbi sono colorati,
allegri e rumorosi, e questo luogo, nel Parco del Tempio Zojoji a Tokyo, è
proprio così.
E' colorato, allegro e gioioso, anche se è il luogo in cui le mamme e i papà
salutano i loro bimbi.
Avevo
letto di questa usanza in questo bel post di Giappone Mon Amour.
La
divinità Jizō è ritenuta dai giapponesi e dai cinesi protettrice dei
defunti e in particolare dei neonati prematuri morti e dei bimbi abortiti.
Per inciso li proteggerebbe dalla punizione che altrimenti riceverebbero
nell’aldilà per aver arrecato dolore ai genitori. A me però pare incredibile
che davvero li si raccomandi per non essere dannati, penso piuttosto che lo
spirito con cui le madri cuciono quei bavaglini e quelle cuffiette, sia di
avere un conforto, un luogo di preghiera in cui tornare per sentire
vicino il proprio figlio.
Non mi sono confrontata con amici giapponesi
però, questa è solo una mia impressione, e magari sbaglio.
Sono arrivata lì la mattina abbastanza presto, MrMarito era
a letto con la febbre, ho cercato le indicazioni sulla mappa, ma vedevo solo
Templi, così ho camminato per un po’, col sole in faccia, e poi di colpo me li
sono trovati di fronte.
Una fila
Poi un'altraPoi una terza
Ordinati, in piedi quasi come soldatini,
una strada intera a destra e a sinistra.
Mi sono seduta a osservarli, ero sola, senza neanche un turista,
fare ciò che mi ero immaginata, respirare forte,
pensare al dolore che mi sono lasciata alle spalle, sperare in un futuro con meno ostacoli,
piangere (perché quando c’è l’occasione di versare una lacrima io non mi tiro mai indietro...)
sentire il dolore di tutte quelle perdite, sentirmelo addosso
lasciare i ritagli di stoffa che mi ero portata dall’Italia.
Per
questo cara Silvia mi sono permessa di lasciare una stoffina con una mamma
elefante e il suo piccolo, fatta con la stessa stoffa della Bai Jia Bei che ti
ho spedito, l’ho lasciata per te e per il tuo Alby, accanto a un bimbo con la
cuffietta vecchia, ormai ricoperta di muschio, una statua che forse da un po’ non
viene visitata dai suoi cari, alla quale ho immaginato non dispiacerà avere la
compagnia del tuo tesoro.
Come ti ho scritto nella mail "volevo che rimanesse lì un segno della mia visita,
fatta pensando a te e al tuo Alby, e alle altre donne italiane, delle quali
ho
conosciuto, in queste mesi, le storie.
Perchè il dolore che ha sfiorato me con la gravidanza biochimica e che ha travolto te ed altre donne con storie come la tua, è comune ad ogni latitudine, non ha nazionalità, è dolore puro, semplice, umano, universale".
Perchè il dolore che ha sfiorato me con la gravidanza biochimica e che ha travolto te ed altre donne con storie come la tua, è comune ad ogni latitudine, non ha nazionalità, è dolore puro, semplice, umano, universale".
Nulla può darti pace in questo momento, il tuo è un
lutto spaventoso, ed io non voglio insegnarti proprio niente, solo voglio farti
sapere che il mio intento era quello di abbracciarti. Nulla di più.
Il
rosso, il giallo, il blu, le girandole, il vento,
il profumo dei fiori tutto attorno
le preghiere e i desideri appesi
questa era l’atmosfera.
Io sono andata via di lì col sorriso e il cuore gonfio di
speranza,
una sensazione che i nostri cimiteri difficilmente mi danno.
Sono senza parole... Ho solo lacrime di gratitudine. Ho fatto vedere il post anche ad Andrea, gli ho spiegato che Alby e' ricordato da tante persone meravigliose che sono entrate nella mia vita... Senza far rumore, e che questo affetto e' travolgente. È stato d'accordo con me, per cui grazie, dal profondo del mio cuore... Davvero, grazie.
RispondiEliminaGli uomini per lo più non amano tanto quanto noi parlare e parlare, confidarsi, sviscerare i problemi da ogni punto vista fino a farsi sanguinare le orecchie come facciamo noi donne con le amiche, immagino anche aprirsi e parlare del proprio dolore su un blog; gli uomini che conosco io almeno; dunque se il mio post non solo non ha infastidito Andrea, ma in qualche modo gli ha fatto piacere, ne sono doppiamente felice.
EliminaUn post meraviglioso. Grazie.
RispondiEliminaBrividi, commozione e lacrime. Speranze. GRAZIE
RispondiEliminameraviglioso..
RispondiEliminagrazie da una mamma che porta da tre anni suo figlio federico non per mano, come avrebbe voluto, ma nel cuore...
RispondiEliminaGrazie a te mamma di Federico,
Eliminasono contenta di essere riuscita a trasmettere con quelle quattro parole e foto, l'atmosfera che regna in quel parco. Senza conoscerti, era proprio a te che pensavo.
un abbraccio
piango in silenzio. Grazie.
RispondiEliminaGrazie...
RispondiEliminaCara Elle,
RispondiEliminaho letto il tuo blog, e so che Laura è a te e alla tua Alma che aveva pensato..nel suo post c'era molta poesia, ed è grazie a lei che ho conosciuto la storia della divinità Jizo e che mi è venuta voglia di andare là.
Per quello che ho letto nel tuo blog, ho poche parole, sò che sei un'altra di quelle donne che devono convivere con il dolore più insopportabile che ci sia, portarne il peso, andare avanti con la tua bimba nel cuore e non per mano, come dice la mamma di federico; leggo che stai facendo del tuo meglio, e ti auguro un futuro col sole in faccia.. un abbraccio
Le lacrime.... Anch'io ho visitato quel luogo anni fa'.. Quando ancora il desiderio di diventare mamma non era nei miei pensieri.... Ma mi si è spezzato il cuore... hai fatto un gesto bellissimo
RispondiEliminasono senza parole ora.
RispondiEliminasento quel silenzio e quelle preghiere.
più che mai.
grazie.
Oh Anna
Eliminaho temuto di averti turbato con questo post.
Da ieri non penso più niente
Io non immagino a quali risorse, tu e fabio, attingerete.
7 bambole di pietra sono tante per chiunque
ma, mi chiedo,
non sarà che saranno proprio loro a darvi la forza
un giorno
di ripartire?
E' probabile che sia così.
Sette bimbi non possono esserci stati per caso,
la loro vita così breve, deve avere un senso.
Non ti è mai capitato di pensarli come tuoi compagni di viaggio? Che ti accompagnano, perchè la meta è lontana e difficile da raggiungere, e da sola sarebbe un viaggio troppo duro?
Scusa
ho parlato troppo
e oggi non è il momento
un bacio
loro sono con noi ogni giorno.
Eliminanoi non siamo mai soli.
sono puro spirito che ci accompagna nella vita e nelle nostre scelte.
in questo momento mi sto solo chiedendo se il mio chiamarli a me è un fatto puramente egoistico e se non sarebbe ora di lasciarli lì, dove sono. O se sono loro che vengono a me per dirmi qualcosa.
Ecco, queste sono le mie domande ora.
Che post commovente...
RispondiEliminaDavanti a cose del genere mi stupisco e mi rendo conto di quanta energia le belle persone possono mettere in moto. Questo post e ' meraviglioso, come il tuo pensiero di dedicarlo a tua volta ad Anna e Silvia e a tutte coloro che hanno bimbi di pietra. L'idea che dall'altro capo del mondo c'è un filo che lega questi bimbi, rende il cielo più' piccolo e forse il dolore più lieve. Anche solo per un attimo.
RispondiEliminaGrazie perché c'è tanto amore tra queste righe.
Raffaella
E' bello sapere d'esser entrata in qualche modo in questo cerchio di carezze. Le si da' e le si riceve. Sotto forma di immagini e parole~. Un abbraccio, Laura
RispondiEliminaquesto tempio è bellissimo ne sono rimasta estasiata.. un giorno ti raccontero'.. non lo scordero' mai..
RispondiEliminaMi sono sempre chiesta come la religione cattolica possa concepire che i bimbi non battezzati e quelli morti in utero possano stare in una sorta di "limbo" unicamente perchè non battezzatti..è bello invece che i giapponesi abbiano concepito l'idea di un Dio che protegge lo spirito di questi bimbi belli..che non hanno nessuna colpa, nè quella di non essere stati battezzati, nè quella di aver causato dolore. Noi ce li portiamo dentro per sempre e il dolore è solo una minima parte delle emozioni che il loro passaggio ha comportato nelle nostre vite. Grazie per questo post.
RispondiEliminaGrazie anche da parte mia, madre di una Stella da 5 anni (tra poche settimane).
RispondiEliminaAvevo 21 anni quando è diventata la mia Stella in cielo e nella mia Esistenza qui, in Terra.
Sono cambiata, mi sono spogliata dell'inutile e ho dedicato parte della mia vita ai bambini, soprattutto a quelli meno fortunati, che conoscono la sofferenza fisica e anche familiare, ahimè.
Adoro il Giappone, conosco il blog citato, ma non sapevo di questo luogo meraviglioso e forte e delicato al tempo stesso.
Mi hai reagalato una grande carezza al cuore, come se, parte di quel sorriso e di quella speranza che descrivi, uscendo da quel luogo, fosse arrivata anche a me, che non ti conoscevo prima di 10 minuti fa.
Grazie ancora.
Un abbraccio.
E.